DOTT.SSA PAOLA ISABELLO

Psicologa
Psicoterapeuta

Mi chiamo Paola Isabello e sono una Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento Sistemico-Relazionale, diplomata nel 2015 presso la sede torinese del Centro Milanese di Terapia della Famiglia (CMTF) secondo il modello teorico del Milan Approach.
Dal 2022 Terapeuta EMDR e dal 2024 specializzata in Mindfulness clinica e Compassion focused Therapy.
Dal 2019 al 2022 ho collaborato a Torino con il CMTF in qualità di Assistente alla Didattica
Dal punto di vista dell’esperienza professionale, ho lavorato per anni a Torino con Enti privati e con la Pubblica Amministrazione in progetti di promozione della salute rivolti in particolar modo agli adolescenti e alle loro famiglie.

Attualmente mi occupo di problematiche legate a difficoltà nelle relazioni di coppia e famigliari, blocchi nel percorso di crescita, questioni legate agli orientamenti affettivi e sessuali, elaborazione di esperienze traumatiche, ansia, depressione, somatizzazioni, isolamento sociale e fobie.

Nel mio studio privato a Torino e presso lo studio multiprofessionale Albero Blu a Cuneo offro percorsi di consulenza; sostegno psicologico; psicoterapia individuale, di coppia e famigliare; corsi di Mindfulness individuali e di gruppo rivolti ad adulti, ragazzi e bambini.

I MIEI MODELLI TEORICI

La psicoterapia
sistemico-relazionale

Ognuno di noi vive al centro di una complessa rete di relazioni che ci influenzano e sono da noi influenzate. Con il tempo le relazioni più importanti della nostra vita ci insegnano cosa possiamo e non possiamo fare, ci indicano le strade che possiamo percorrere e quelle che ci sono proibite. Questo lungo e continuo processo ci porta ad indossare delle lenti con cui leggiamo il mondo. La terapia sistemica lavora su queste lenti.
La Psicoterapia Sistemica è un intervento indicato nelle situazioni di crisi, conflitto e problemi psicologici dell’individuo, della coppia e della famiglia che possono far emergere sintomi quali ad esempio ansia, depressione, forme psicosomatiche, problematiche legate all’alimentazione, alle dipendenze, ecc…
Il sintomo portato dalla persona non è pensato come un problema individuale, bensì come la manifestazione di un disagio dell'intero contesto relazionale in cui esso stesso si esprime.
L’obiettivo della terapia non è solo la scomparsa del sintomo ma la sua comprensione, con la presa di coscienza dei bisogni e delle dinamiche intra ed interpersonali che lo hanno mosso.
Lo psicoterapeuta sistemico-relazionale utilizza un approccio concreto di analisi delle difficoltà attraverso il lavoro nel qui ed ora. Tiene conto di come la storia familiare (anche transgenerazionale) e le prospettive future vadano ad influenzare il contesto di riferimento, ma se ne occupa attraverso l'analisi delle difficoltà nel momento in cui esse si esprimono.
La psicoterapia sistemica serve a sollecitare le nostre risorse interne facendo leva sulle potenzialità della persona in modo da innescare il cambiamento.

EMDR

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), in italiano traducibile come “Desensibilizzazione e Rielaborazione tramite movimenti oculari”, è un trattamento psicoterapico nato in America alla fine degli anni ’80. L’EMDR si focalizza sul ricordo delle esperienze disturbanti traumatiche, particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo, che possano aver contribuito alla nascita di un disturbo e che portano le persone in terapia. Uno degli aspetti più importanti in questo tipo di terapia è l’identificazione degli eventi di vita che sono stati “traumatici”. Questi eventi possono essere traumi dovuti ad incidenti, lutti, terremoti, disastri naturali, ma anche traumi di tipo interpersonale – relazionale, come i traumi emotivi che si generano nella relazione con una o più figure di attaccamento disfunzionali quando si è bambini.
Esperienze che comportano uno stato di stress possono avere degli effetti particolari sulla memoria: le esperienze traumatiche possono inibire la normale elaborazione dei ricordi interferendo con i meccanismi di registrazione e immagazzinamento.
Infatti quando si vive un’esperienza traumatica e dolorosa che non si riesce a dimenticare e ci ossessiona o ci crea dei sintomi, il ricordo di quel vissuto traumatico si congela e non si riesce ad elaborare. Resta cioè a replicarsi nel nostro cervello generando dei sintomi spiacevoli.
La desensibilizzazione e la rielaborazione che avvengono durante una seduta di EMDR derivano dall’elaborazione del ricordo dell’esperienza traumatica e quindi si osserva che la persona per la prima volta vede il ricordo lontano, distante. Riesce così a modificare le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione ed eliminando le sensazioni fisiche spiacevoli.
Dopo il lavoro con l’EMDR, si ricorda ancora l’evento o l’esperienza traumatica, ma si sente che questa fa parte del passato e il suo contenuto è totalmente integrato in una prospettiva neutrale.
L’efficacia dell’EMDR è supportata da molta ricerca scientifica e tale trattamento viene indicato dalle più note linee guida internazionali come uno dei trattamenti di elezione per il PTSD (Disturbo da Stress Post Traumatico).

MINDFULNESS
E SELF-COMPASSION

La mindfulness è solitamente definita come una forma particolare di consapevolezza, diretta tanto alle esperienze interne del momento presente, quali emozioni, pensieri e sensazioni corporee, quanto agli stimoli esterni, come quelli visivi, suoni e odori, senza giudicare né reagire ad essi. Si tratta di un concetto ed una pratica molto antichi derivati dal Buddismo, che incoraggiano una consapevolezza attenta del qui ed ora.
Allenarsi ad essere più consapevoli della nostra attenzione consente di familiarizzare con la propria mente ed esercitare la presenza mentale nelle attività di vita quotidiane. Questo stato mentale è un utile supporto nell'accogliere e gestire le emozioni e i pensieri, nel decentrarsi da schemi mentali e automatismi abituali, nel cogliere i propri bisogni ed agire secondo i propri valori, favorendo un miglior equilibrio emotivo.
Praticare la Self-Compassion aiuta ad entrare in contatto intimo e profondo con sé e con gli altri. La compassione è definita da Paul Gilbert come un’intima consapevolezza della sofferenza propria o altrui, seguita dal desiderio di alleviarla. Secondo Christine Neff e Christopher Germer, gli elementi centrali della self-compassion sono tre:

  • trattare sé stessi con gentilezza e senza un giudizio severo durante i periodi di difficoltà;
  • riconoscere che gli errori, i fallimenti e i problemi fanno parte dell’esperienza comune dell’essere umano e non possono essere isolati;
  • mantenere una consapevolezza equilibrata di pensieri e sentimenti dolorosi, piuttosto che evitarli, reprimerli o sopravvalutarli.

Negli ultimi anni le ricerche che si sono focalizzate sulla self-compassion, hanno riscontrato molteplici effetti positivi, tra cui una minore probabilità di incorrere in psicopatologie, un impulso a felicità, ottimismo, saggezza, curiosità ed esplorazione, iniziativa personale ed intelligenza emotiva.
In generale, un numero crescente di ricerche dimostra che mindfulness e auto-compassione sono associate a molti aspetti del benessere psicologico e possono essere coltivate attraverso la pratica.
Nel mio lavoro propongo queste pratiche sia in setting di terapia individuale che in contesti di gruppo attraverso l'attivazione periodica di cicli di incontri rivolti sia agli adulti che ai bambini.

Grazie alla mia formazione professionale, offro dunque alle persone uno spazio accogliente di osservazione e riflessione sulle proprie emozioni, idee e relazioni per aiutarle a comprendere le dinamiche e gli eventi che possono aver portato alla situazione di malessere, stallo o crisi, e attraverso il dialogo, le domande o l’utilizzo di diverse tecniche, gestire, de-costruire e identificare il problema per arrivare ad un cambiamento, uscire dalla sofferenza e riscoprire le proprie risorse.
Il percorso, è generalmente costituito da sedute periodiche di lavoro in cui è centrale la relazione di fiducia e collaborazione tra la terapeuta e chi richiede l’intervento.

COME LAVORO

Gentilezza,
curiosità e ironia

La gentilezza è per me un requisito fondamentale del lavoro terapeutico che si manifesta nella disponibilità emotiva ad accogliere l’altro nella sua soggettività ed unicità. La gentilezza implica uno sguardo che non giudica, ma accoglie con rispetto tutto ciò di cui l’altro è portatore.
Non c’è cura, cura dell’anima e cura del corpo, se non è accompagnata dalla gentilezza che, oggi ancora più che nel passato, è necessaria a farci incontrare gli uni con gli altri nell’ascolto e nell’attenzione, nel rispetto e nella solidarietà.

La curiosità è un atteggiamento di carattere esplorativo e di apertura, privo di pregiudizio. Permette di accrescere la conoscenza non solo del mondo e del rapporto con gli altri, ma anche di sé. Fa provare sensazioni che aiutano a orientare i propri scopi.
In psicoterapia la curiosità è fondamentale. La curiosità è lo strumento che mi permette di approfondire la comprensione dell’altra persona, esaltando la complessità e la molteplicità di prospettive, restituendo valore alla relazione e introducendo un pensiero ecologico.

L’ironia in psicoterapia è una cosa seria. Quando si ha a che fare con la sofferenza delle persone, la possibilità di riflettere assieme potendo alleggerire dei contenuti drammatici della vita con un momento di humor, spesso si rivela un potente medicinale per la mente, e quindi il corpo, e può aprire porte prima serrate a doppia mandata. Ridere rilascia endorfine capaci di farci sentire subito meglio in una condizione di dolore, e quindi di ridurre la sofferenza.
Dunque ridere in terapia è di per sé un momento di guarigione che si innesca e che può essere portato via con sé dalla persona come un regalo prezioso da utilizzare anche fuori, come efficace strumento protettivo. L'ironia dona colore e spessore al processo curativo, aiuta la relazione, la fiducia tra il terapeuta e il paziente, il benessere della persona, la sua capacità riflessiva e la sua conoscenza di sé, consentendogli spesso di arrivare più a fondo con meno timori.


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